Camelia

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Camelia

Camellia japonica 'Bonomiana'

Camellia japonica 'Bonomiana'

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Camelia Sasanqua

Camellia sasanqua Thunb.

Camellia sasanqua Thunb.

La camelia è uno dei più popolari arbusti da fiore con l’abbondanza e la bellezza delle varietà da giardino che ha prodotto. La maggior parte delle migliaia di cultivar ora catalogate discendono da un’unica specie, Camellia japonica, introdotta in Europa all’inizio del XVIII secolo dalla Cina. Altre due specie, C, sasanqua e C. reticulata, hanno anche dato origine a molte cultivar. Ma il genere Camellia comprende numerose altre specie, la maggior parte delle quali non sono mai state coltivate. In natura si trovano spontanee soltanto nella zona dell’Asia orientale che va dal Giappone fino alla Cina centrale e meridionale e all’Indocina, con alcuni esemplari sparsi nell’Himalaya orientale e nell’arcipelago malese. La Cina meridionale ospita la gran maggioranza delle specie e le scoperte dei botanici cinesi negli ultimi decenni hanno triplicato le specie conosciute, da un numero inferiore a 100 nel 1960 alle quasi 300 specie attuali. Sono tutti arbusti sempreverdi o alberelli, la maggioranza con piccoli fiori di scarso valore ornamentale, ma ci sono ancora molte belle specie che meriterebbero di essere coltivate, talvolta per il fogliame o per la corteccia piuttosto che per i fiori. Il colore dei fiori delle camelie è sempre nella gamma del bianco-rosa-rosso, tranne che per un piccolo gruppo di specie della Cina meridionale e del Vietnam, che hanno fiori da giallo pallido a giallo bronzeo. La loro introduzione in coltivazione, iniziata intorno al 1970, ha dato la speranza di poter inserire il giallo negli ibridi, ma il successo è ancora lontano. L’ibridazione tra altre specie tuttavia, è cresciuta da un rivoletto intorno al 1930 (con gli ibridi C. x williamsii) fino alla valanga dei tempi nostri; e gli ibridi di camelia (diversamente dalle varietà japonica, reticulata o sasanqua) sono in larga parte responsabili delle nuove creazioni. Ci sono camelie con un’importanza economica che va oltre la valenza ornamentale. Il tè si ottiene dalla giovani foglie, essiccate e lavorate, della C. sinensis oggi coltivata in molte parti del mondo, oltre la sua nativa Cina meridionale. Sempre dal sud della Cina proviene C. oleifera, coltivata laggiù in piantagioni per il suo apprezzabile olio, ottenuto dalla pressatura dei semi, usato in cucina e in cosmesi; diverse altre specie sono anche coltivate per il loro olio.