Laboratorio Stalla - Dal Benessere Animale al Benessere dell’Uomo

Progetto UDA “Dal Benessere Animale al Benessere dell’Uomo” realizzato dalla Classe 4^E Indirizzo Produzioni e Trasformazioni 2021/22

   

Premessa

Abbiamo iniziato il nostro percorso da studenti in questo Istituto nell’anno del suo 150° anniversario della fondazione (1869-2019). Abbiamo pensato di poter contribuire alla mission della nostra scuola, sintetizzata nel motto tradizione e innovazione, realizzando un percorso sotto forma di Unità di Apprendimento sulla valorizzazione della nostra stalla. Attraverso due cartelloni che configurano il passato e il presente speriamo che le scolaresche che vengono in visita alla nostra azienda possano trarne un piccolo insegnamento.

Ci auguriamo che i futuri studenti possano portare il loro contributo per migliorie che garantiscano il benessere delle bovine e la continua ricerca di una condizione di armonia rispetto al contesto in cui vivono.

 

Storia della Stalla

La stalla, costruita negli anni ‘60 del secolo scorso (1962), sotto la Dirigenza del preside Cataldo Tandoi, utilizzava la stabulazione fissa “testa a testa” e allevava bovini di razza Marchigiana, Frisona Italiana, Modenese e Bruno Alpina. Tale sistemazione costringeva l’animale a trascorrere tutto l’arco della sua vita in uno spazio limitato, in cui le uniche azioni possibili erano riposare/dormire e alimentarsi. Ciò ha influito negativamente sul benessere animale, con conseguenti mancati redditi sul bilancio aziendale. 

Le razze da latte erano state introdotte per ottenere la materia prima da utilizzare nel caseificio aziendale adiacente alla stalla (edificato anch’esso nel 1962).

La razza Marchigiana era allevata soprattutto (circa 50 capi) nelle colonie mezzadrili Sasso, Fosse e Casa Nuova.

Alla fine degli anni ‘70 si passò all’esclusivo allevamento di bovini di razza Marchigiana e quindi alla sola specializzazione finalizzata alla produzione di carne. Per questo vennero acquistate 10 bovine di alta genealogia iscritte al Libro Genealogico al fine di creare un nucleo di fattrici su cui impostare il nuovo allevamento.

In riferimento alla posizione della mangiatoia, nella stabulazione fissa, essa imponeva all’animale di alimentarsi in posizione eretta; inoltre le dimensioni della posta causavano infiammazioni e lesioni a carico delle articolazioni (lesioni podali e bursiti).

L’elevata densità degli animali nel ricovero comportava maggiori concentrazioni di gas nocivi e un aumento della polverosità, specie nei periodi invernali. 

La meccanizzazione agricola del dopoguerra e la specializzazione nell’allevamento bovino da carne hanno paradossalmente diminuito il benessere degli animali: non più utilizzati per il lavoro nei campi, gli animali passavano l’intera esistenza legati alla posta all’interno del ricovero, più suscettibili a patologie quali infiammazioni articolari e delle vie respiratorie, ipovitaminosi D e stress. 

 Fasi di sviluppo della stalla:

  • 1957 - 33 vacche e 24 vitelli razza Marchigiana, 6 vacche razza Bruna Alpina
  • 1962 - costruzione nuova stalla a stabulazione fissa, fienile, sala mungitura, paddock esterno e silos a torre, costruzione caseificio
  • 1967 - nascita Centro Tori gestito dall’APA di Macerata
  • Anni ‘80 - indirizzo produttivo bovini da carne

Stalla Aziendale oggi…

Attualmente (2022) la stalla dell’azienda, annessa all’Istituto Agrario, diretto dalla Dirigente Scolastica Maria Antonella Angerilli, detiene capi di razza Marchigiana allevati a fini riproduttivi.

Mediamente sono presenti 20 fattrici (femmine adulte in età riproduttiva) e un numero di 10-15 unità tra vitelli (capi sotto i sei mesi), manzette/i (capi sotto i 12 mesi) e manze (capi dai 12 mesi al primo parto), utilizzati per la vendita e la rimonta interna (cioè la sostituzione dei capi a fine carriera produttiva) e un toro di nome Irso, nato il 15/06/2018, genealogicamente certificato acquistato al centro genetico Anabic di Perugia

L’allevamento è costituito da:

  • un ricovero;
  • un paddock scoperto collegato al ricovero;
  • un locale per lo stoccaggio dei mangimi;
  • un ufficio/locale per lo stoccaggio dei medicinali veterinari;
  • spogliatoi per addetti alla stalla e studenti;
  • un ampio paddock esterno utilizzato nella buona stagione;
  • un fienile per lo stoccaggio del fieno aziendale.

 

Dopo la Direttiva 58/1998 il nostro Istituto ha deciso di adottare il metodo di allevamento a stabulazione libera. Questa rispetto alla precedente prevede libertà di movimento dell’animale. Tutti gli animali possono, infatti, muoversi all’interno dell’allevamento, spostandosi senza impedimenti a seconda delle proprie esigenze alimentari, di ginnastica funzionale, di riposo e ruminazione. L’allevamento risulta diviso in quattro spazi: corsia di alimentazione, zona di alimentazione, zona di riposo, zona di esercizio. La zona di esercizio si trova all'aperto ed è recintata e dotata di una mangiatoia con tettoia. Il fabbisogno di acqua è assicurato da abbeveratoi a tazza recentemente installati.

La stalla adotta la linea produttiva vacca-vitello, garantita dalla riproduzione tramite monta naturale e/o inseminazione artificiale. La prima fecondazione della manza viene effettuata tramite l’inseminazione artificiale (I.A.), mentre per le successive si ricorre al toro mediante la monta naturale.

I vitelli una volta svezzati tra i quattro e i sei mesi di vita, saranno venduti agli allevatori specializzati nell’ingrasso.

Durante questi mesi si nutrono del latte materno, come prevede il disciplinare IGP (Indicazione Geografica Protetta) del “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale” in cui l’allevamento rientra. Il disciplinare obbliga inoltre l’allevamento a non utilizzare per l’alimentazione sottoprodotti dell’industria per tutta la vita dell’animale.

Tutti i capi possiedono il marchio I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta). Primo marchio per carni bovine fresche, serve a certificare e garantire la qualità della carne e le sue caratteristiche legate al territorio di origine e produzione.

Inoltre, sono iscritti al Libro Genealogico tenuto dall’Anabic (Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne): questo garantisce la purezza della razza e la genealogia certa degli animali, fornendo anche strumenti per il miglioramento genetico della mandria.

La stalla ha anche una valenza pratico-didattica, facendo parte del laboratorio di zootecnia insieme alle aule di zootecnia, al fienile e all’apiario. Gli studenti in stalla vengono impegnati in attività didattiche di natura pratica quali progetti di promozione della razza bovina Marchigiana, valutazione morfologica degli animali, studi sull’alimentazione e sui parametri riproduttivi, diagnosi di gravidanza e supervisione al parto, visite veterinarie svolte ogni mese da un esperto.

 

Gli Spazi

L’allevamento è costituito da un ricovero per gli animali coperto di 290 mq collegato ad un paddock scoperto di 312 mq; il paddock è diviso in due aree (fattrici in gravidanza e in allattamento) e è dotato di una mangiatoia comune per affienati coperta da tettoia. Adiacenti al ricovero animali ci sono un locale per lo stoccaggio dei mangimi, un ufficio/locale stoccaggio medicinali veterinari, spogliatoi per addetti alla stalla e studenti. Poco distante dalla stalla ci sono un’area recintata in legno di circa 3000 mq (utilizzata a pascolo nella buona stagione e integrato con 2 mangiatoie coperte per rotoballe) e un fienile di 80 mq dove sono conservati il fieno e la paglia prodotti in azienda.

 

L’Alimentazione

L’alimentazione è costituita da foraggi affienati autoprodotti e alimenti concentrati acquistati all’esterno; non viene utilizzato nessun tipo di foraggio insilato.

Le foraggere, prodotte integralmente dall’azienda agraria, sono costituite da un fieno polifita di primo e secondo taglio costituito dalle seguenti essenze: erba medica, sulla, trifoglio, loio, loietto, avena.

Gli alimenti concentrati, acquistati da mangimifici esterni, sono delle seguenti tipologie: fino all’anno 2019 l’azienda ha utilizzato un mangime complementare pellettato (Mangimi Ercoli srl, Civitanova Marche) con additivazione vitaminico-minerale per fattrici (PG 12,05% stq) e per vitelli (PG 16,41% stq); nell’anno 2020 è stato utilizzato un mangime  complementare pellettato (Mangimificio Palmieri, Matelica) con additivazione vitaminico-minerale per fattrici (PG 11,00% stq) e per vitelli (PG 15,30% stq). Dall’anno 2021 l’azienda ha provveduto all’acquisto di un nuovo mangime (Mangimificio Mariani Zeno srl, Ostra) con le seguenti caratteristiche: mangime complementare pellettato con additivazione vitaminico-minerale per fattrici (PG 11,70% stq) e mangime per vitelli (PG 16,00% stq).

Conclusioni

 L’azienda cerca da sempre di garantire il benessere sia della vacca che del vitello, perché al buono stato fisico e psicologico degli animali consegue una buona produzione. Per benessere si intende, quindi, la qualità della vita di un animale come percepita da un singolo animale e la sua capacità di esprimere comportamenti naturali.

Breve video fatto dagli studenti del 4E, ideato per i bambini che vengono a visitare la scuola

Bibliografia essenziale

Caproli, L’allevamento bovino all’Istituto Tecnico Agrario: evoluzione e analisi, Ⓒ Claudio Caproli, Macerata 2011.

Comitato ITA 150, Archivio di Stato di Macerata (a cura di), Le origini dell’Istituto Agrario “Giuseppe Garibaldi” di Macerata nel 150° anniversario della fondazione (1869-2019), Biemmegraf, Macerata 2018.

E. Diffidenti, Un dodicennio di attività: ottobre 1945 - settembre 1957, Macerata 1957.

G. Di Petta, L’Istituto Agrario a Macerata: due secoli di trasformazioni, in «Marca/Marche», Andrea Livi Editore, (2021), 16.

C. Tandoi, Sperimentazione zootecnica, Macerata 1968.

Istituto tecnico agrario statale G. Garibaldi : specializzato per la zootecnia e il caseificio, Macerata : 1869-1969, Macerata 1969.

Allegati

UDA 4E La Stalla.pdf

UDA 4E La Stalla ieri.pdf

Animal Welfare.pdf